Cara Giulia,
mi rivolgo a te perché sei l'unica persona della vostra famiglia che ho conosciuto bene anche se non ci sentiamo né vediamo da tanto tempo, da quella sera d'estate in una baia dell'isola di Molat sul motoscafo di tuo marito Roberto insieme a Pamela Volpi, la mia compagna triestina. Ti scrivo attraverso questo sito perché purtroppo non ho più alcun tuo riferimento se non il vecchio numero telefonico della villa di Zocca di Ro Ferrarese, 0532-868103 (se non ricordo male), che immagino non più esistente. Ho saputo solo ieri la notizia della scomparsa della mamma e ne sono rimasto profondamente scosso e addolorato. Come ben sai Teresita, la cara amica dell'infanzia e dell'adolescenza di mio padre Massimo Sani (scomparso a sua volta tre anni fa, il 21 luglio 2018) è stata una delle persona più importanti della mia vita: colei che mi ha introdotto alla conoscenza del vostro Cardinale; colei che mi ha accolto come un figlio e lungamente ospitato e coccolato nella vostra meravigliosa villa di campagna popolata di presenze e testimonianze di un passato lontano ma per me sempre vivissimo e palpitante; colei che ha acceso in me la scintilla del Settecento ferrarese mettendomi a disposizione, con la sua affettuosa, sorridente e illimitata disponibilità d'animo la sterminata mole di documenti contenuti nello scricchiolante armadio di legno del lungo e buio corridoio che dava alle stanze affacciate sul parco e sulla limonaia del Cardinale, fedele testimone (l'armadio) delle vicende biografiche e familiari dei vostri avi, vicini e lontani. Come ben sai e ricorderai, dalla lettura, trascrizione e studio del carteggio familiare intessuto per lo più da Roma negli anni 1784-1789 dal Cardinale Giammaria Riminaldi con la nipote contessa Ludovica Riminaldi moglie del conte Giambattista Saracco a Ferrara (carteggio contenuto quasi tutto in quell'armadio ad eccezione di un solo quaderno, poi da me rintracciato presso la Biblioteca Ariostea a completamento dell'intero corpus documentario), entrambi residenti all'epoca a Ferrara nel palazzo di corso Ercole d'Este 14 (nel quale, curiosissima coincidenza, abita da circa 40 anni mio zio Buby Baraldi, fratello di mia madre, con sua moglie Renata Gagliani, e nel quale ogni volta che salgo quello scalone per andare a trovarli non posso inevitabilmente fare a meno di pensare al Cardinale, alla nipote Ludovica e a Teresita) è partita tutta la sequela delle mie pubblicazioni storiche e ricerche archivistiche, durata un ventennio, in gran parte dedicate alla storia di Ferrara e dello Stato della Chiesa nel Settecento.
Da ultimo, ma non ultimo, Teresita è stata la sapiente artefice del mio incontro, nel novembre del 2002, con Pamela - «il prezioso dono del Cardinale», come io l'ho sempre definita -, alla quale tua mamma aveva dato il mio numero di telefono per saperne di più sulla sua figura del vostro illustre avo e sulla società ferrarese di quel periodo. A Ferrara, nella nostra nuova casina di via Putinati 123/A affacciata sul Volano - putroppo temporaneamente lasciata da un anno e mezzo per interruzione causa Covid di tutta la nostra attività di divulgazione storico-musicale con il progetto «Bel composto», partito 10 anni fa (www.belcomposto.net) con corsi di guida all'ascolto della musica classica a Ferrara e Trieste e itinerari e viaggi musicali in Italia e in Europa a beneficio dei nostri soci - troneggia appena entrati la stampina settecentesca del Cardinale (quella che si fece fare in occasione dell'innalzamento al cardinalato il 14 febbraio 1785), avuta dalle mani di Teresita nella villa di Zocca come preziosa testimonianza d'affetto nei nostri confronti.
L'ultima volta che abbiamo visto Teresita è stata per entrambi il giorno della presentazione del bel volume dedicato da Pamela alla storia della famiglia Riminaldi e al palazzo di via Borgonuovo/Cairoli verso la fine del 2005 ma il ricordo affettuoso, riconoscente e grato della sua preziosa persona non ci ha mai abbandonato in tutti questi anni.
In questo momento così triste del distacco dalla mamma io e Pamela siamo vicini a te e a tutta la vostra numerosa famiglia, che lei tanto amava e della quale sempre ci parlava. Per tutti questi motivi e per il grande e riconoscente affetto che a lei ci lega, Teresita sarà per sempre nel nostro cuore.
Con affetto,
Valentino